Liturgia e musica sacra nella diocesi di San Miniato prima e dopo il Concilio Vaticano II

E' con grande interesse e piacere che vedo la pubblicazione di questa importante opera riguardante la musica sacra nella diocesi di San Miniato. La vita liturgica diocesana, della quale l’apporto e il contributo musicale è decisivo e necessario, è caratterizzata nel nostro territorio da una ricca tradizione di arte e di persone. Momento nodale di questo percorso è il rinnovamento liturgico che ha preceduto il Concilio Vaticano II, la sua celebrazione e la sua realizzazione anche nella vita della nostra diocesi. Di tutto questo San Miniato è buona testimonianza di cammino ecclesiale e di una liturgia che sia lode a Dio e santificazione del Popolo santo di Dio. E’ nostra responsabilità custodire, promuovere e accompagnare questo ricco patrimonio della diocesi. Siamo anzitutto chiamati a vivere lo spirito del Concilio Vaticano II, ad attuarlo sempre con maggiore fedeltà nelle nostre Chiese, in particolare nell’ambito liturgico e quindi anche nella sua dimensione di musica sacra; è così che la liturgia esprime il volto della Chiesa. Questa opera è così espressione della custodia, promozione e accompagnamento di una dimensione significativa della liturgia, la musica sacra: un compito che è della Chiesa e di chi la accompagna con un servizio di Pastore e insieme è responsabilità anche di coloro che amano la liturgia, la musica sacra e con competenza la propongono come espressione viva della comunità dei credenti che loda il suo Signore. Accogliamo questo volume come un significativo contributo al cammino diocesano, in particolare nella sua dimensione liturgica, sulla strada della Chiesa del terzo millennio.

+ Andrea, vescovo


Sono lieto di presentare alla comunità diocesana il volume “Liturgia e musica sacra nella Diocesi di San Miniato prima e dopo il Concilio Vaticano II”, un testo brillante, frutto di un’appassionata ricerca e di un accurato studio di alcuni esperti, che sono riusciti davvero a mettere nel giusto risalto il lungo e complesso lavoro, compiuto dalla nostra Chiesa, nell’attuazione della riforma liturgico musicale, voluta e iniziata, nel 1903, dal Papa San Pio X col Motu Proprio “Tra le sollecitudini” e ampiamente rinnovata dal Concilio Vaticano II con la Costituzione “Sacrosanctum Concilium”.
Il testo, scritto a più mani, grazie agli interventi di mons. Franco Baggiani, del prof. Paolo Morelli, di mons. Luciano Niccolai, di Carlo Fermalvento, Gualtiero Sollazzi, Fabrizio Mandorlini e don Amedeo Deri, offre un interessante panoramica della vita liturgica e delle scelte musicali verificatesi nelle nostre parrocchie dalla fine dell’Ottocento fino ai nostri giorni. Nel libro è esposto in bella sintesi il magistero dei Vescovi diocesani, vengono descritte le celebrazioni dell’inizio del loro ministero episcopale, ben sottolineata è l’azione capillare da loro svolta per l’educazione al culto divino e per la formazione musicale sia degli aspiranti al sacerdozio sia del popolo cristiano. Viene pure segnalato il ruolo di mons. Cosimo Balducci, mons. Pietro Stacchini ed altri sacerdoti, veri antesignani della riforma liturgico musicale operata da Concilio Vaticano II, convinti com’erano di quanto affermerà in seguito la stessa Costituzione conciliare: “la liturgia è la prima e indispensabile sorgente dalla quale i fedeli possono attingere il genuino spirito cristiano” (SC 14).
Per questi sacerdoti il canto in Chiesa non poteva ridursi ad un puro ornamento estetico o ad semplice accompagnamento, lasciato all’estro o all’arbitrio di qualsiasi musicista dilettante. Doveva essere parte indispensabile e integrante della solenne azione liturgica. La competenza musicale, infatti, posta al servizio della liturgia, costituiva (e tuttora costituisce) un valido aiuto per riflettere meglio sulla Parola di Dio ascoltata, dare vero splendore alle celebrazioni e rendere maggiore gloria al Signore.
Una menzione speciale è riservata, nel testo, al canto gregoriano, patrimonio prezioso da tener presente, anche in questa stagione postconciliare, e alle rassegne corali, indette in questi anni dalla Commissione diocesana di musica sacra nell’intento di valorizzare le “scholae cantorum”, stimolandole a diventare vere guide del canto di tutta l’assemblea.
Nel ringraziare di cuore coloro che hanno promosso questa ricerca storica, auguro che questo libro possa invogliare ogni parrocchia a dotarsi di cantori, organisti e maestri di coro, pienamente coscienti di quanto sia indispensabile e prezioso il servizio liturgico musicale per edificare e far crescere la comunità cristiana.

D. Morello Morelli